Il principio d’inerzia

In principio c’era… Aristotele. Eh sì, credeva di pensar bene, lui… Come tutti quelli che ancora oggi ignorano quello che dico! Aristotele, almeno, aveva la scusante che non ero ancora nato.

Poi, ma molto poi… circa duemila anni dopo, Galileo capì. Oh, quell’uomo illuminato e generoso che concesse a quel presuntuoso di Newton tutto il merito della mia formulazione! Newton aveva un caratteraccio… Litigava con tutti e pretendeva di avere sempre ragione. Era orgoglioso, ambizioso e anche sospettoso… Insomma, se comincio a parlar male di Newton non la smetto più. Vado avanti per inerzia, capite?

Una volta, uno studente poco studioso, davanti ai rimproveri della madre perché non si decideva a mettersi a studiare, disse: «È una questione di principio. Non riesco a smettere di giocare con i videogiochi. È l’inerzia! Mica è colpa mia!»

Facile dare sempre la colpa agli altri!

Insomma avete capito cos’è l’inerzia? Solo che dovrebbe interessare appena il movimento degli oggetti, non le menti umane… Così va a finire che ve la prendete sempre con il sottoscritto e vi scaricate da ogni responsabilità!

Comunque, ritorniamo nel lontano passato, a quel povero e sprovveduto Aristotele che non aveva capito niente di me, perché diceva: «Αν ένα σώμα κινείται, πρέπει πάντα να υπάρχει κάτι που τον οδηγεί». Traduco per i non grecofoni: «Se un corpo si muove, ci deve sempre essere qualcosa che lo spinge». Certo, un oggetto cade perché c’è la forza di gravità; se con la forza delle gambe pedali, la bici si muove; se pedali più forte vai più veloce; se sei stufo di pedalare, la bici si ferma perché c’è la forza di attrito con il terreno (se fai mountain bike), o con l’asfalto (se sei un tipo più cittadino). Ma se pattini sul ghiaccio? Un briciolo di forza all’inizio e poi scivoli via per metri e metri… ti muovi leggero come un batuffolo di polline, senza più usare un muscolo! E dici: «È l’inerzia!» Sì, sì, è l’inerzia. Finalmente ci siamo! Ti muovi per inerzia, senza darti nessuna spinta, dritto dritto, sempre con la stessa velocità e continueresti in questo modo in eterno e così chiudi gli occhi e ti lasci andare a questa sensazione meravigliosa, con le braccia aperte, una davanti a te e l’altra dietro, come una ballerina e… «Porca xyzαβγ…» e tiri giù tutte le incognite e l’alfabeto greco fino a dove lo conosci; apri gli occhi e ti ritrovi a terra, sbalzato fuori dalla pista di pattinaggio, dopo una rocambolesca capriola che deve essersi consumata a tua insaputa a tradimento sulla balaustra, e sconsolato e dolorante concludi: «Be’… anche se si è fermi vale il principio d’inerzia”.

7 Comments

  1. Bellissimo Katia… originale e semplice questo modo di insegnare il principio di inerzia

  2. Brava Katia, troppo corta però, mi stavo appassionando. Continuala un altro po’… per inerzia 🙂

    • Ahahahah. Grazie Francesco. Perchè non provare, allora, con il principio di azione e reazione?

      • assolutamente sì, come principio mi pare molto interessante e generalizzabile

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