Piacere, sono Katia

Non limitiamo la nostra creatività narrativa. Lasciamola scorrere libera.
Esploriamo. Sperimentiamo.

Perchè?

Perchè sono affascinata dai deserti.

Davanti a te solo l’orizzonte e infinite direzioni dove volgere lo sguardo.

Senza limiti. Senza ostacoli.

Perchè ho bisogno di viaggiare, mai tornare nello stesso posto.

Sempre nuove esperienze, sempre paesaggi mai visti.

Perchè non c’è niente di più immenso dell’universo in cui perdersi.

Perchè ogni persona è un universo a sè, è unica e irripetibile, come il suo vissuto.

Perchè l’ironia accende anche un fatto banale.

 

La mia bio

 

La mia vita è iniziata in un pomeriggio primaverile pieno di sole, in una cittadina della Brianza. Era un lunedì, quell’ormai lontano 22 aprile del 1968.  

Ho avuto un’infanzia abbastanza normale e un’adolescenza turbolenta, ma solo nella mia anima, della serie “nessuno mi capisce”. Ed era vero! Perchè io amavo guardare il cielo notturno, divorare libri sui pianeti, sulle stelle, sulle galassie. Volevo conoscere l’origine dell’universo. E a una festa, mentre ballavo con un ragazzo appena conosciuto, ricordo di avergli spiegato cos’è un buco nero.

Ecco: io ero un buco nero al contrario: non attiravo proprio nessuno dentro il mio orizzonte degli eventi.

Ma la curiosità di conoscere e capire cosa c’è e cosa accade nell’universo e nella natura ha avuto la meglio. Mi ha portato a frequentare una scuola superiore a indirizzo chimico. Arrivata al diploma ero stanca di cose che si trasformavano, così in seguito mi sono iscritta al corso di laurea in Fisica dove ho seguito l’indirizzo dei miei sogni, quello astrofisico, svolgendo la tesi di laurea presso l’Osservatorio Astronomico di Brera a Merate, con cui ancora oggi collaboro a livello divulgativo.

Il desiderio di comunicare agli altri lo stupore per la natura mi ha condotto infine all’insegnamento della Fisica nella scuola superiore, dove insegno a tempo indeterminato.

Anche se l’astronomia resta per me il “primo amore”, ho intrapreso altri percorsi di formazione personale: in passato ho seguito per dieci anni dei corsi di teologia ed esegesi biblica e  mi sono avvicinata all’arte, cogliendo il piacere di realizzare oggetti di creta, disegnare con le polveri colorate e catturare effetti curiosi con la fotografia. Da alcuni anni ho dato spazio anche a un altro mio desiderio: il canto. Mi piace soprattutto il rock. Mi dà la carica e quando mi esibisco mi sento una tigre.

Da sempre adoro viaggiare per conoscere il mondo.  In particolare amo la natura, gli spazi sconfinati, i paesaggi strani, insoliti. Quando viaggio cerco l’elemento che qui non ho e di cui ho bisogno.  

Dal 2013 ho riscoperto la soddisfazione che la scrittura può donarmi.

Che cosa ho combinato come scrittrice?

Non molto, ahahah.

Ogni tanto scrivo qualche racconto.

Per ora il mio più grande successo è stato vincere, con il racconto Vita da star, il Premio Internazionale “Federico II De Arte Narrandi 2014”, organizzato dalla Società Astronomica Pugliese.

Nella primavera del 2014 ho partecipato, con il racconto Straordinario, alla mostra Tandem – Sguardi e parole per donne e lavoro, organizzata dal comune di Monza e dal giornale on line “Il Dialogo di Monza”.

Ho autopubblicato i romanzi La Nebulosa Formica (2013) e il suo seguito, Universo Uno (2014) e la raccolta di poesie L’orizzonte degli eventi. Metodi per fermare il tempo (2012). Vorrei tanto riuscire a pubblicare i miei due romanzi con un’importante Casa Editrice. Se qualche Editore vuol farsi avanti…

E come diceva Renato Pozzetto nel film Il ragazzo di campagna, sono una “ragazza” con interessanti prospettive per il futuro… Speriamo, grazie a voi, di non ritrovarmi a zappare nei campi!

 

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